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il turismo in Romagna

I contadini diventano imprenditori, dalla sabbia sbocciano gli ombrelloni, la Riviera Romagnola abbraccia il boom econimico

Dopo l’inaugurazione del primo stabilimento balneare dell’Adriatico, avvenuto nel luglio del  1843 a Rimini, questa irrefrenabile e inarrestabile nuova attività economica procede,  progressivamente ed incessantemente fino ad arrivare ai giorni nostri. L’avvio dell’età dei bagni di mare coincide quindi con l’inaugurazione di questo stabilimento balneare, avvenuta alla presenza del cardinale Luigi Vannicelli Casoni, su iniziativa privata del dottor Claudio Tintori e da conti Alessandro e Ruggero Baldini. Le genti della costa romagnola che erano principalmente contadini e pescatori, assistono a questa trasformazione dovuta:  al progresso, ai tempi che cambiano e a nuovi stili di vita che cominciano ad imporsi in maniera spontanea. Le località costiere iniziano ad essere invase da una sempre crescente popolazione di “bagnit” (bagnanti). Agli occhi dei primi bagnanti, le coste adriatiche appaiono più salutari rispetto a quelle tirreniche, il sol levante è l’unico sole benefico secondo la tradizione ippocratica, capace di dissolvere i vapori malefici della notte. Le ampie spiagge romagnole vengono “spazzolate” dalla premura dei venti che provvedono a ripulirle e rinfrescare l’atmosfera.  A partire dalla metà dell’Ottocento, il mare Adriatico viene percepito per la prima volta dalla popolazione dell’epoca, come un mare facilmente accessibile in cui immergersi senza ostacoli o difficoltà.  Questa accessibilità è una delle caratteristiche fondamentali per il successivo sviluppo turistico, infatti il nostro mare ha tutt’ora questa caratteristica, non ha ’acqua cristallina o fondali da ammirare, ma è un mare sicuro, con fondali sabbiosi morbidi, poco profondi e quindi adatti a tutti. Il nostro mare può essere visto come un’enorme piscina con colorazioni tendenti al verde azzurrino, accogliente come lo siamo noi romagnoli. Il nostro mare è un vero simbolo romagnolo, che abbraccia tra le sue onde il turista come le persone di Romagna fanno con i propri ospiti.

Rimini diventa capitale della Riviera Romagnola, consacrata con la costruzione del Gran Hotel inaugurato nel 1908. Sarà insieme a Cattolica, Riccione e tutte le altre località adriatiche romagnole, promotrice della diffusione delle pratiche legate ai bagni di mare. Questa diffusione fu una diretta conseguenza alla crescente domanda inerente la pratica di questi bagni. Un evento che accelera ulteriormente questo processo di sviluppo economico, è da identificarsi nella costituzione del Regno d’Italia, a cui le province della Romagna sono annesse. A questo evento corrisponde un importante impulso alle attività turistiche, reso possibile anche da iniziative pubbliche, come: la realizzazione del collegamento ferroviario (nel 1861 viene inaugurato il tratto Bologna – Ancona), l’affermazione del principio di libero accesso alla spiaggia, attraverso l’istituzione di una fascia costiera di 65 metri dalla riva di proprietà demaniale.

Stazione di Cattolica negli anni Trenta

Stazione di Cattolica negli anni Trenta

Per tutto l’Ottocento lo sviluppo urbanistico dell’arenile, avviene esclusivamente attraverso la costruzione di villini e abitazioni e delle colonie marine. In modo particolare queste ultime, compariranno a metà Ottocento per ospitare le persone bisognose di elioterapia o talassoterapia. Con la costruzione delle colonie si arrivò ad avere nel 1910, fino a mille posti letto per i bisognosi di queste pratiche. Bisognerà aspettare quasi la metà del Novecento per vedere comparire i primi alberghi in maniera consistente. Nell’epoca fascista, l’impulso delle colonie procede per un decennio promuovendo lo svago e la salute pubblica per i  “nuovi italiani”, ossia quelle migliaia di giovani che da tutte le città padane raggiungono le colonie per poter andare al mare. Il regime fascista aperto ad ottenere consensi popolari, attraverso le colonie si impone sulla costa romagnola con questi nuovi edifici che rappresentano monumenti ideologici, realizzati con la tipica architettura razionalista e futurista degli anni Trena. Con la costruzione delle colonie, la vacanza di mare fu possibile anche per i ceti e la classi sociali meno abbienti.  Di queste ne è un esempio la colonia Le Navi di Cattolica sede dell’attuale acquario.

Colonia "Le Navi" sede dell'attuale Acquario di Cattolica

Colonia “Le Navi” sede dell’attuale Acquario di Cattolica

Fino agli anni 30’ del Novecento il collegamento ferroviario si potenzia ed il treno rimane il mezzo di trasporto principale. A partire dal 1960 in pieno boom economico, entra prepotentemente nel mercato l’automobile accessibile economicamente a una fetta estesa della popolazione. L’ascesa dell’automobile è favorita dall’inaugurazione del collegamento autostradale, che va da Bologna a Rimini avvenuto nel  1963. Ferrovia e autostrade permettono alle grandi masse di turisti di raggiungere agevolmente le località costiere romagnole, attraverso vie di accesso privilegiate per il Nord Italia e per il resto dell’Europa. Sempre in quegli anni a dare un’ulteriore “sterzata” verso uno sviluppo turistico ormai dilagante, è la costruzione dell’aeroporto di Rimini, che allarga ulteriormente i confini andando ad intercettare turisti, scandinavi, inglesi, tedeschi e da qualche decennio anche turisti dell’est Europa.

Questi collegamenti  uniti alla lottizzazione della costa che va da Cattolica a Cervia, stava preparando la riviera ad assumere il ruolo di “Spiaggia d’Europa”. L’esplosione del turismo di massa nasce quindi, a metà del Novecento, grazie alla motorizzazione, ai collegamenti, ai prezzi accessibili a tutti, all’introduzione delle ferie al mare che diventano un vero e proprio rituale da ripetere annualmente. Lungo la costa tra gli anni Cinquanta e Sessanta, nella sola provincia di Rimini, vengono edificati più di cento alberghi all’anno, che si estendono lungo i cinquanta chilometri di costa che compongono la riviera romagnola. Da Ancona a Rimini ed oltre, si sviluppa un paesaggio urbano costiero al servizio del turismo balneare. Tutto ruota intorno alla spiaggia, nascono vie e lungomari paralleli ed attigui alla striscia sabbiosa, vie e nuove arterie urbano che si estendono verso l’interno in cui nascono nuovi centri abitati. Si sviluppano viali della mondanità estiva, per il passeggio, per l’intrattenimento e lo svago (bar, discoteche ristoranti, alberghi). La spiaggia arida e desolata di un tempo, viene colorata e riempita da distese di ombrelloni multicolore e cabine. L’espansione urbana è inarrestabile.

 

Con gli anni Sessanta si raggiunge un vero e proprio apice di presenza turistica, che a partire dal decennio successivo invece subirà un lento e progressivo calo di presenze, che tutt’ora è in fase di riassetto e trasformazione.