Castel Sigismondo, Rocca Malatestiana di Rimini
Pandoldo Sigismondo Malatesta
il
costruttore di castelli
e Brunelleschi
Centro e capitale di un territorio vasto e decisamente fertile, Rimini è densamente popolata ed è una delle città più importanti dell’area centro e nord-adriatica e della bassa pianura padana. Allo straniero come all’abitante del contado, la città nel Medioevo e nel Rinascimento si presenta con accesso per l’Arco d’Augusto e per il ponte romano che figurano negli antichi sigilli del Comune.
Il castello emerge e si impone sulla città come edificio preminente di maggior spicco e visibilità. E’ in posizione elevata, fra il livello di soglia del castello e quello del fiume Marecchia, verso cui degradava la collinetta ( 7 m sul livello del mare), collegato con le mura della città, è protetto dai nemici esterni ed interni grazie ad un fossato interno ed esterno al castello medesimo, in un’area collocata in zona prospicinete il centro politico, commeraciale e sociale della città, sulla piazza dove erano collocate la cattedrale e il palazzo del podestà.
Il castello di Rimini vede il suo inserimento nella città sotto diversi aspetti: per ordine politico, amministrativo, urbanistico, ideologico, militare ed economico. Castel Sigismondo, definito <<arx>> nel 1439 e di li a poco dotato di un castellano, si inserisce in un punto strategico della città, ed in collegamento con il ciucuito difensivo urbano. Le mura e il recinto difensivo cittadino, dalle quali si aprono all’alba e si chiudono alla sera le porte munite e ben assicurate dalla sorveglianza delle torri, racchiudono le chiese, i palazzi civili, poche dimore e molte case e casupole.
Castel Sigismondo, menzionato come tale fin dal gennaio del 1440, è una struttura articolata su un gigantesco cassero, ben visibile nelle coeve raffigurazioni medaglistiche (M. de Pasti), pittoriche (P. della Francesca) e marmoree (A. di Duccio) affiancato da uno spalto e da torri, con l’aggiunta di due grandi corti: una a monte detta << corte del soccorso>> e una a mare, di forma irregolare semilunata, sulla quale giace l’attuale pavimentazione di piazza Malatesta.
Castel Sigismondo, come è noto, è stato voluto da Sigismondo Pandolfo Malatesta (signore di Rimini dal 1432 al 1468) ed è stato costruito tra il 1437 e il 1446. Oltre alle tre epigrafi apposte sulle mura del castello, in otto punti del tessuto murario della sala maggiore, sono presenti anche tre medaglie celebrative, che autoproclamano Sigismondo Pandolfo, come colui che eresse e costruì il castello. Grazie alla propria esperienza maturata sul campo, alla propria ingegnosa abilità, alla consulenza di architetti in primo luogo di Brunelleschi, Sigismondo mette a punto fortificazioni poligonali e aggiornati sistemi ossidionali, che corrispondono in largo anticipo sui tempi alle grandi trasformazioni che stavano verificandosi nell’ambito dell’architettura militare (tutta una serie di novità strutturali atte ad opporre la massima resistenza ai tiri di bombarda). Il periodo storico nel quale Sigismondo Pandolfo Malatesta si trova ad esplicare la sua attività di costruttore di castelli è di straordinario interesse, situato in un momento di transizione storica, tra il castello classico e la fortificazione bastionata, ma già pervaso di fermenti anticipatori dovuti alla sempre maggiore percezione della crescente importanza della polvere da sparo.
Il castello sembra nuovo quanto a fattura e organizzazione. In esso compendia un pezzo importante di storia politica e civile, di storia militare, di storia culturale e anche artistica non solo della signoria malatestiana, ma della più ampia storia italiana. Lo stato di Sigismondo Pandolfo gode di considerevole stabilità interna, per un quarto di secolo. Questa importante coesione interna, unita a una forte legittimazione della signoria danno vita all’organizzazione di alcuni rituali e un certo tipo di feste di corte. Nella corte di questa “reggia fortezza” si riunisce un nuovo pubblico letterario, che unito alla nobiltà e agli uomini d’arme, rappresentano il consiglio del signore, per quanto riguarda l’amministrazione centrale e periferica.
Con la fine del dominio dei Malatesta, il castello subirà alcuni passaggi di mano, che porteranno il castello a subire delle modifiche delle mura e al graduale abbandono della sua funzione difensiva. Nel 1621 l’architetto Giovanni Battista Aleotti, lo ritiene utilizzabile solo come cava di materiale. Nel 1826 si procede alla demolizione della cinta esterna e delle torrette, colmando il fossato ed eliminando i ponti levatoi.
Nel 1857 dopo essere stato utilizzato anche come magazzino del sale, il castello, viene destinato a carcere.
Durante la II guerra mondiale, il castello-carcere è pesantemente colpito dai ripetuti bombardamenti che ne provocano seri danni.
Restauri significativi sono stati realizzati dalla fine degli anni Settanta, poi nel corso degli anni Ottanta e Novanta, giocando sul rapporto presente-passato.
Rimini va considerata città d’importanza primaria, per la storia dell’architettura castellana in particolare in quanto capitale d’uno stato e sede di una famiglia che fu tra le più attive al riguardo nell’Italia settentrionale.
Oggi le lunghe cure di restauro hanno ridato nuova luce a Castel Sigismondo, che con la sua smisurata mole massiccia, era un complesso edilizio ornato in maniera superbamente raffinata e al tempo stesso un mirabile strumento da guerra, abitazione e fortezza insieme.