Cattolica agli inizi del ‘900
La città prende forma
Il sorgere del nuovo secolo coincide per Cattolica con l’emergere di nuove esigenze per la città finalmente autonoma. Nel giro di dieci anni vengono avviati importanti lavori e si comincia a segnare urbanisticamente la città mediante demolizioni mirate ed aperture di varchi nella cortina edilizia lungo la via Flaminia in direzione mare. Si costruisce un capannone per la pescheria e un lavatoio pubblico.

ex lavatoio, poi divenuto cinema, attualmente in disuso
Nella seconda metà dell’800 sulle coste romagnole, si assiste all’affermazione della talassoterapia, metodica terapeutica che sfrutta l’azione di fattori ambientali (clima marino, esposizione al sole) e fattori “crenoterapici” (bagni di mare e sabbiature), che comportano la costruzione di complessi edilizi specifici a questa nuova pratica. Nascono così le colonie per il turismo, che precedono di qualche anno, l’affermazione del turismo balneare che conosciamo ancora oggi. Molte di queste colonie erano nate anche per accogliere i bambini nel periodo estivo, bisognosi di una vita sana all’aria aperta e di un vitto sano e nutriente. All’inizio degli anni ’30 è commissionata la costruzione un importante progetto per la realizzazione di una colonia, che prevede la realizzazione di cinque edifici ispirati alla morfologia aereonavale. In nove mesi la ditta Ricci di Cattolica realizza il complesso coloniale, composto da quattro navi adibite a dormitori e la quinta nave, la nave ammiraglia destinata a refettorio e centro direttivo. Questo complesso tutt’ora denominato “Navi”, è caratterizzato da elementi formali innovatori per l’epoca, che l’avvicinano al Futurismo italiano, è stato poi riconvertito e restaurato nel 2000 per poter ospitare l’attuale Acquario di Cattolica.
Nel 1914 viene inaugurato l’imponente complesso municipale, in stile noerinascimentale, il cui corpo centrale è destinato alla sede degli uffici comunali e le ali ai locali della scuola pubblica. La costruzione del municipio segna e conferma la decisione di sviluppo della città nella direzione della costa. La lottizzazione che riguarda le vaste zone retrostanti al municipio, trasformerà i campi agricoli in zone residenziali entro le quali verranno costruite nuove case e nuovi edifici, che continueranno ad espandersi a macchio d’olio fino alla costa, dove il turismo emergente farà sbocciare come funghi i primi alberghi di costa.
Uno dei simboli più rappresentativi di questa tendenza ad espandersi verso il mare e allontanandosi sempre più dal borgo medioevale da cui è nata, è rappresentato dalla Piazza delle Sirene, che diverrà il vero e proprio cuore della città. Fino agli anni Quaranta, Cattolica chiamava la sua piazza sul mare, Piazza delle Sirene, oggi Piazza 1° maggio. Il nome deriva, come facilmente intuibile dalla presenza proprio al centro della piazza, della fontana con le tre sirene, costruita dallo scultore forlivese, Giuseppe Casalini, nel 1928. Dagli anni Ottanta poi la piazza la piazza assumerà un aspetto molto simile all’attuale piazza, con l’idea di creare un’isola di tranquillità, un luogo protetto dalle macchine in cui incontrarsi e passeggiare.
Tra il 1910 e il 1930, il livello di occupazione dei suoli raggiungerà livelli altissimi, superiori anche al periodo intercorso tra il 1930 e il 1985, gli anni in cui i villini sul mare vengono trasformati, ampliati o demoliti per essere sostituiti da strutture alberghiere o condomini.
La pausa forzata dovuta al primo conflitto mondiale, spinse nell’immediato dopoguerra a febbrili iniziative e ambiziosi progetti di urbanizzazione . Nuove ville vennero costruite a partire dagli anni ’20, ma soprattutto vennero edificati nuovi alberghi di ogni tipo: alcuni alberghi di lusso per le personalità più altolocate, ma soprattutto le caratteristiche pensioni alla “romagnola” , alberghi di tipo familiare che tutt’ora ci distinguono dal resto del mondo, per la caratteristica atmosfera che solo un piccolo albergo può trasmette, cioè l’atmosfera di casa.
Alla fine degli anni ’50 a Cattolica si assiste ad una importante crescita demografica, dovuta al fenomeno di immigrazione dai vicini comuni rurali e la forte affluenza turistica, che nei periodi di alta stagione triplica il numero degli abitanti. Per questo la città, nel tempo si strutturerà in maniera sempre più organica, con interventi di potenziamento dell’economia cittadina in direzione sempre più turistico-alberghiera: si porrà mano alla protezione del littorale realizzando le scogliere, sarà realizzato l’invaso sul fiume Conca e il depuratore.
Oggi Cattolica è impegnata in un ininterrotto fervore di crescita e rinnovamento, in un continuo ridisegnare più e più volte la città che se pur ha reso irriconoscibile la sua originaria matrice urbana di piccolo borgo posto sulla via Flaminia, ha saputo mantenere ben solida e sviluppare la sua vocazione all’ospitalità ed alla cura del turista, moderna figura del viandante.