I ROMAGNOLI HANNO INVENTATO IL MARE
I posti di mare sono: leggeri, piacevoli, disponibili
La spiaggia è un luogo che a partire dal 1700, ha subito una notevole trasformazione di significato, fruizione e percezione da parte delle persone autoctone, ma anche da parte dei forestieri. Un’accelerazione significativa di questo cambiamento epocale è avvenuto negli ultimi cento anni o poco più, portando ad una vera e propria rivoluzione e modificazione dell’economia, del modo di pensare e di vivere della gente.
Questo importante cambiamento di percezione nei confronti dell’arenile, ha fatto in modo che la spiaggia non venisse più percepita come una zona desertica, un territorio senza valore o un luogo pericoloso (dal mare avvenivano le incursioni dei pirati nei secoli scorsi), ma come una zona tranquilla, adatta alla balneazione e capace di avere un forte richiamo per le persone in cerca di benessere e libertà. Le spiagge un tempo lasciate ai margini della città, ritenuti terreni non fertili e quindi inutili, diventano nel periodo estivo, un vero e proprio angolo di paradiso baciato dal sole e bagnato dal mare, in cui rilassarsi e annullare lo stress, ritrovando un senso di beatitudine fisica e libertà mentale. Il turista e chiunque si trovi steso al sole o a camminare con le ginocchia nell’acqua salmastra della riva, rimane pervaso da questo ambiente rilassante.
E incredibile come ogni anno, come spinti da un rituale, migliaia di persone vengano a Cattolica o sulla riviera romagnola in cerca di questa libertà stagionale, illusoria, caratterizzata da un mare amichevole come lo siamo noi romagnoli.
I posti di mare sono sinonimo di libertà, caratterizzati da ampi orizzonti. Sono luoghi leggeri, disponibili, piacevoli, con ritmi lenti, lontani dalla frenesia della città. Nella spiaggia di Cattolica in estate, il mare calmo e il sole caldo fanno dimenticare la quotidianità e i pensieri.
“Nelle città senza il mare… chissà a chi si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio… forse alla Luna…”
Tra la fine dell’800 e il primo decennio del ‘900, la spiaggia diventa motore di ampi processi di modernizzazione, che segnano in profondità il pensiero e il modo di comportarsi e vivere degli abitanti del luogo. La spiaggia diviene teatro di rappresentazione e innovazione culturale e fa nascere l’idea del tempo libero e dello svago.
Il fenomeno della balneazione nasce e si sviluppa nel tratto di litorale adriatico che dalla Romagna meridionale si estende fino alle Marche (Gabicce Mare) . Questa striscia di costa, che comprende anche Cattolica, fa parte del cosiddetto “modello riminese”, che ha avuto un forte impatto sulla cultura della vacanza italiana ed europea. Il territorio romagnolo della costa, possiede un vero e proprio primato, qua infatti i romagnoli: “hanno inventato il mare”. Mare inteso come luogo di fruizione balneare di massa. Questo fenomeno sociale ha colpito la psicologia di massa e interessa un numero immenso di persone che in costume da bagno si reca ogni estate verso le spiagge romagnole, per godere dei benefici del sole sull’umore, sullo star bene con se stessi. Giocare con l’acqua e le onde del mare ci fa tornare bambini, ci fa dimenticare il tempo, ci fa vivere a contatto con la natura, il nostro fisico coperto di pochi indumenti viene baciato dal sole e accarezzato dalle acque salmastre del mare.
“La cura per ogni cosa è l’acqua salata: sudore, lacrime, o il mare.”
“Il sale deve avere qualcosa di sacro infatti si trova sul mare e sulle lacrime.”
“Ogni onda del mare ha una luce differente, proprio come la bellezza di chi amiamo.”
Nonostante siano passati tanti anni da quando la Riviera Romagnola ha raggiunto il ruolo di avanguardia turistica balneare, ancor oggi la Romagna rappresenta una delle mete primarie nell’immaginario sociale italiano di chi predilige la vacanza di mare.
La Riviera Romagnola, è una terra che ci ricorda la mamma per la premura e l’affetto che attraverso il proprio territorio e le persone che ne fanno parte, ci riesce a trasmettere.