Il Castello di Montebello
Oggi una serena oasi
di pace
Su uno sperone roccioso sulla sinistra del Marecchia, luogo inaccessibile come San Leo, baluardo strategico, che dalla porta del paese, con le case abbarbicate alla rupe, guarda il Castello di S.Marino, in un paesaggio pittoresco di colline degradanti verso la pianura e il mare.
Montebello era indicato come Mons belli, cioè monte della guerra, eco di tempi di battaglie e lotte senza tregua. Oggi in contrapposizione all’antico clima delle lotte, si respira un’aria di quiete, immersa nella meraviglia di un panorama affascinante e vasto, in cui il silenzio è interrotto dal canto dei grilli e dal fruscio dei rami.
Oggi delle fortificazioni del castello, oltre alla rocca, si hanno tratti della cinta muraria, l’ingresso detto porta del Castello e la torre civica in mediocre stato di conservazione. Ai suoi piedi non manca in posizione di vedetta, su uno sperone gessoso sul greto del Marecchia, una torre cilindrica di Saiano, la cui esistenza è già citata nel 962.
Seguendo l’unica strada possibile, sul crinale, da Torriana tra la Valmarecchia e la valle dell’Uso si arriva al portale di Montebello: antica porta strutturata a “cerniera” a cavallo sul culmine della strada di accesso tra l’aspra roccia del monte e la poderosa cerchia di muraria del borgo ai piedi della roccia sul crinale. La porta è fiancheggiata da una torre scarpata a base poligonale.
Montebello è un antico borgo abbarbicato su una rupe, che presenta elementi architettonici medioevali. La rocca è posta entro un secondo circuito di mura, attraverso una porta a tutto sesto si entra nel cortile, diviso in due parti. Due torrioni poligonali di diverse dimensioni, sono uniti da mura, al cui centro figura un mastio quadrato.
La struttura originaria del XI secolo, ha importanza strategica come fortezza di frontiera. Nel 1186 si cita il castrum Monsbelli come proprietà di Ugo di Montalbone. Verrà poi sottratta nel 1393 dai Montefeltro che ne manterranno il possesso fino al 1438, anno in cui viene espugnato ed occupato da Sigismondo Pandolfo Malatesta. I Malatesta nel XIII trasformeranno a poco a poco il castrum, in un compatto fortino militare aggrappato da un lato alla roccia e sostenuto all’esterno dalla massiccia scarpa di una torre esagonale.
Gran parte dell’attuale rocca e castello di Montebello appartengono all’epoca malatestiana. Il castello di Montebello è a pianta rettangolare allungata con il lato corto rivolto all’esterno carenato a diedro, secondo una pratica architettonica non infrequente tra bassa Romagna e Montefeltro, mentre una cinta esterna con torri cilindriche racchiude paese e castello.
Sigismondo Pandolfo Malatesta aggiunge ad una torre del XIII secolo cortine e torri poligonali con alte scarpe.
Nel 1463 il castello passerà ai Guidi di Bagno.
Verrà brevemente ripreso da Roberto Malatesta nel 1471, ma nel 1480, Sisto IV lo concede definitivamente ai Guidi di Bagno. Questa famiglia nel corso del XVI secolo provvedono a lavori della rocca per la ristrutturazione di un’intera ala al fine di realizzare una residenza signorile elegante e sicura.
Nel 1786 Montebello fu teatro delle audaci imprese di Tommaso Rinaldini da Montemaggio, capo di una banda di contrabbandieri che assalita la rocca, se ne impadronì per poi difenderla energicamente. Sopraffatti per tradimento, una parte di contrabbandieri fu giustiziata e l’altra condannata alla galera a vita, il 21 ottobre a Ravenna.
Nel 1797 con l’avvento dei francesi la porta d’ingresso del castello, disarmata, diventa il portale di Montebello.
Nel 1859 vi alloggiarono un centinaio di Garibaldini condotti dal colonnello Eugenio Valzania di Cesena, poi sostituiti da una compagnia di Piemontesi a guardia del confine delle Marche ancora sotto il governo pontificio.
Intorno ai primi del novecento il castello venne quasi abbandonato e fu asilo sicuro di banditi e falsari.
La leggenda popolare racconta un mondo fantastico, composto da spiriti e folletti, che nella notte, attraverso dei trabocchetti emettono rumori strani, tonfi e vagiti paurosi che intrigano l’immaginazione.
Nella rocca, proprietà dei Guidi di Bagno, chiusa da un cancello, del tutto è stato diligentemente restaurato a partire del 1929.
Poi negli anni sessante del XX secolo la rocca è stata sottoposta ad un radicale restauro.