Il castello di San Giovanni in Marignano
Il granaio
dei
Malatesta
<< Colla sua torre ancor superba e bella
Presso l’austera maestosa pieve,
con ruderi di spalti manomessi,
della prisca grandezza ultimi avanzi;
è San Giovanni, la vetusta terra
bagnata dal Ventena, in fre l’incanto
d’ameni poggi e di ubertosi piani,
mentre gagliarda gioventù che ardente
pel riscatto d’Italia, generoso
diè alle patrie battaglie contributo.
Qui il mandorlo fiorisce e il verde ulivo,
sotto un cielo di miti aure tranquilli
e qui l’industre agricoltor le messi
pingui raccoglie e generoso vino. >>
Il castello ha un impianto urbanistico classicissimo, attorno ad una strada principale quale asse di simmetria per le strade secondarie, con una contrada di sotto lato mare ed una di sopra lato monte. Il paese conserva la cinta per quasi tutto il perimetro, protetto dall’adiacenza del torrente Ventena, con mura guarnite da torrioni a pianta ogivale. E’ ancora conservata una porta di’ingresso al castello che presenta un arco a tutto sesto acuto e mostra tracce dei baccatelli. Più in lato sulla torre, con orologio pubblico (turris campane già nel 1482), si trova una finestra con arco a tutto sesto.
Il castrum di Marignano nel 1157 è soggetto alla chiesa, nel 1233 è sottomesso al comune di Rimini.
La fondazione del castello fortificato di San Giovanni in Marignano, in origine dotato solo di un semplice fossato di contorno, è attribuita alla seconda metà metà del XIII secolo.
Nel 1371 il castello è legato ai Malatesta e nel 1382 subirà gravi danni durante il vano assedio a opera di Luigi I d’Angiò. Nel 1442 Sigismondo Pandolfo lo fortifica rafforzando le opere di difesa che erano scarse, costruendo una robusta cinta muraria, sei torrioni, un fossato e due ponti levatoi, con due ingressi, sormontati da alte torri, tutti interventi necessari a scongiurare eventuali assalti o assedi.
Federico di Montefeltro nel 1463 riuscirà ad espugnare il castello per conto del pontefice, ma sei anni dopo Roberto Malatesta se ne impossessa e lo passa al figlio Pandolfo IV, che fra il 1482 e 1492 concede al castello uno statuto proprio. Nel 1504 se ne impadroniscono i Veneziani, poi passa ancora ai Malatesta, nel 1515 viene saccheggiato dalle truppe pontificie e spagnole, infine torna nel 1524 al comune di Rimini cui rimarrà definitivamente.
Il castello fu un importante punto di riferimento per la produzione, grazie al suo territorio molto fertile, con belle campagne ordinatamente lavorate e a testimonianza di questa importanza produttiva si contano oltre 100 fosse ipogee nelle strade principali del paese, destinate alla conservazione del grano. S. Giovanni in Marignano era conosciuta come “granaio dei Malatesta” ad indicare una produzione agricola di notevole quantità e qualità, indispensabile per l’economia riminese.
Quale borgo fortificato più vicino al mare (al confine con Cattolica), conserva la torre di accesso, buona parte delle mura di cinta potenziate nel 1442 e la struttura urbanistica quattrocentesca, malgrado la recente costruzione di alcuni edifici ne abbiano alterato l’equilibrio architettonico. Notevoli tratti della cinta muraria, incorporati nelle abitazioni, mostrano in qualche punto tracce di beccatelli e della merlatura. Ad occidente, dove si trovava il secondo ingresso, l’abitato è lambito dal Ventena, che fungeva da fossato naturale ed in questo tratto è ancora visibile un notevole tratto delle cortine della rocca sul cui terrapieno è stato eretto un palazzo.
Non mancano fiere e mercati di una comunità vivace, con la Magica notte di S.Giovanni (fra 23-24 giugno) è possibile rivivere l’atmosfera misteriosa e fascinosa delle streghe.
<< era usanza in campagna, dare la caccia alle streghe con sonore bastonature per i beffati >> (C.G.Vanni).