Il sentiero dell’Oasi del Conca
LA STAGIONALITA’ DI CATTOLICA e IL FASCINO DELLA NATURA:
L’AOSI DEL FIUME CONCA
L’estate è il periodo più luminoso e festoso, ma la bellezza della natura è presente in ogni stagione. Se si pensa a Cattolica o alla vacanza estiva in riviera, immediatamente vengono alla mente gli ombrelloni, le spiagge attrezzate di ogni comfort, il mare dal fondale basso e calmo e le grandi distese di soffice sabbia sopra le quali migliaia di lettini o sdrai permettono ai tanti turisti di rilassarsi e ottenere la tanto desiderata tintarella estiva. Quest’ultima è il simbolo e la prova inconfutabile della vacanza al mare, da sfoggiare con amici, colleghi, conoscenti o familiari. Il mare è l’elemento di attrazione principale, che ogni anno mobilita turisti da ogni parte d’Italia o d’Europa in cerca di relax assoluto, buon cibo, svago e intrattenimento per grandi o piccoli. La stagione balneare inizia intorno a metà maggio e ogni anno da l’illusione che l’estate, luminosa e festosa non debba finire mai. Beatamente cullati dal mare e crogiolati al sole, se ne traggono i benefici fisici e mentali in una sorta di benessere sospeso da tutto ciò che riguarda la vita frenetica e stressante di tutti i giorni. Poi però questo incantesimo o luogo sospeso nel benessere finisce, termina il periodo di vacanza (solitamente 1 settimana o 10 giorni), si avvicina settembre, le giornate si accorciano, le scuole riaprono e la voglia di euforia passa, per far posto alle lente e tranquille giornate settembrine, caratterizzate da albe fresche, mattinate e pomeriggi caldi ma non troppo e piacevoli serate con temperature che invogliano a coprirsi. Cattolica e la riviera si svuotano, lentamente la città diventa più silenziosa, la musica dei locali si attenua, le voci dei turisti vengono sostituite dal rumore lieve delle barche in lontananza, dalle voci e qualche risata dei bagnini che si preparano a smontare e lavare i propri stabilimenti e di qualche cattolichino che passeggia sul lungomare o sulla battigia in riva al mare. Settembre è il mese in cui i cattolichini cominciano a godersi il mare deserto, senza più ombrelloni, senza più caos. Ma settembre non è solo questo, infatti le temperature favorevoli, le strade, le vie del centro e il lungomare sgombri, sono tutti fattori ideali per lo sport, per le passeggiate e per apprezzare veramente il territorio che ci circonda. Per chi ama passeggiare e magari macinare anche qualche chilometro in più, imboccando sentieri naturalistici, da settembre in poi Cattolica diventa veramente il posto ideale per le escursioni nella natura. Una base di partenza per addentrarsi sempre più in quelle che sono vere e proprie oasi naturali ricche di fauna e piante che circondano il territorio della città. Una di queste oasi è quella che costeggia il fiume Conca.
L’OASI DEL CONCA:
caratteristiche morfologiche, natura e storia.
L’Oasi faunistica del Conca, istituita all’inizio degli anni Ottanta è stata nuovamente ampliata e valorizzata a partire dal 1991 dalla Provincia di Rimini. E’ situata lungo il tratto finale del corso fluviale, tra l’abitato di Morciano di Romagna e la foce. I comuni confinanti all’Oasi sono: Cattolica, San Giovanni in Marignano, Morciano, Misano Adriatico e San Clemente. E’ un’oasi caratterizzata da suoli alluvionali e comprende l’alveo e tratti delle aree golenali adiacenti. Gli interventi dell’uomo che si sono succeduti in più anni e i mutamenti naturali dovuti alle piene del fiume, hanno contribuito a determinare un mosaico di ambienti che rendono questo luogo unico sotto il profilo naturalistico e paesaggistico. Nel tratto che va da Morciano a Pianventena (San Giovanni in Marignano), l’attività erosiva del torrente ha prodotto la canalizzazione dell’alveo e l’esposizione del substrato argilloso talvolta coperto da un leggero strato di ghiaia.
Le argille dette genghe, sono ricche di fossili di origine marina e risalgono al Pliocene, e quindi appartengono al periodo compreso tra i 5 e i 7 milioni di anni fa. Dalla valle di Pianventena fino all’altezza di Santamonica (Misano Adriatico) cinque grandi briglie sbarrano il corso del canele fluviale. Esse determinano la stagnazione delle acque e favoriscono lo sviluppo lo sviluppo della tipica vegetazione riparia. Nel tratto che va dalla briglia all’invaso, affiorano sedimenti argillosi analoghi a quelli osservabili presso Morciano di Romagna. Il gretto diventa poi ghiaioso ed è sovrastato dalla sezione del terrazzamento alluvionale situato lungo la riva destra. Segue poi il bacino artificiale, che nelle fasi di carenza minima idrica lascia intravedere l’arido gretto centrale, mentre nel settore destro si può osservare una zona permanentemente umida in cui cresce e si sviluppa vegetazione palustre. A valle dell’invaso il torrente scorre su terreni argillosi e alluvionali. Dal ponte della Strada Statale Adriatica al ponte ferroviario il gretto è nuovamente ghiaioso e arginato su entrambi i lati. Gli argini tra il ponte della ferrovia e la foce racchiudono il segmento dell’estuario canalizzato e bordato da vegetazione palustre. La caratteristica tipiche e riconoscibile dell’Oasi del Conca è l’intensa trasformazione antropica delle aree prossime al torrente. Il prelievo di ghiaia ai fini edilizi, avvenuto tra gli anni Cinquanta e Settanta ha profondamente modificato l’assetto ambientale originario, come anche la dinamica idraulica di superficie e quella sotterranea. L’attuale pista ciclopedonale sulla riva destra è in gran parte costituita dalle vie e passaggi che le maestranze utilizzavano per le operazioni di estrazione degli inerti (ghiaia, sabbia…). L’uomo con il proprio intervento ha modificato in alcuni tratti l’assetto originario prodotto naturalmente dall’ecosistema.
Gli ambienti con caratteristiche naturalistiche spontanee sono sopravvissute nonostante tutto e sono distribuiti lungo l’intera Oasi, alternati ai tratti variatamente antropizzati. Sulla riva destra il cuore naturalistico dell’oasi e compreso tra l’ex Molino Valle di Morciano e Pianventena, che è anche l’unico tratto di tutti il percorso naturale in cui vi è stato un recupero studiato con criteri naturalisti a beneficio dell’uso pubblico responsabile. Questo paradiso che costeggia il fiume Conca è caratterizzato da una sorta di mosaico naturale in cui si alternano prati più o meno aridi, depressioni del terreno umide, cespugli e alberi, bacini lacustri e stagni, tratti di bosco a più livelli. Dalla valle di Pianventena, fino al confine con il rinomato impianto golfistico, si assiste ad un susseguirsi di scarpate, tratti rialzati con terrazzamenti, zone umide relitte, alberature e siepi originarie autoctone. Andando nella direzione del mare, superando il ponte dell’autostrada A14, sempre passando per la sponda di destra, si nota la collina di Montalbano che domina tutto l’ultimo tratto del sentiero. I prati sul versante della collina, lasciano il posto nel piano fluviale ad un denso bosco. L’ultimo tratto, quello verso il mare e quindi alla foce del Conca, è caratterizzato da una fascia pianeggiante mista, che termina con la spiaggia sabbiosa. La foce è caratterizzata invece da ghiaie fluviali che rappresentano uno sbarramento naturale al deflusso delle acque. L’oasi del Conca è un vero e proprio polmone verde che attraversa più città e ha un’importanza fondamentale non solo per noi uomini, ma soprattutto per la fauna. Infatti questo ambiente naturalistico è un fondamentale luogo di sosta per la nidificazione di decine di specie di uccelli migratori e un ambiente di riproduzione di numerose specie di invertebrati e crostacei.
Il RISPETTO PER L’OASI e LA NATURA
Queste oasi come tante altre disseminate lungo il territorio romagnolo, sono paesaggi e luoghi naturali in cui l’uomo attraverso bonifiche degli argini li ha resi accessibili e sicuri e quindi vistabili. In queste riserve naturali di confine, il rispetto ambientale che ogni visitatore deve avere quando intraprende il cammino non devono mai mancare e questo contribuisce a preservare il percorso che rappresenta un grande valore naturalistico per il nostro territorio. Nell’oasi devono essere rispettate infatti alcune norme elementari di comportamento da parte di coloro che visitano l’area per scopi escursionistici, ricreativi o sportivi. Queste norme vietano l’introduzione di mezzi a motore, sono vietate ogni forma di disturbo sonoro in modo particolare nei pressi del torrente, bacino o stagni. Non di secondaria importanza è il divieto ad abbandonare rifiuti, danneggiare o prelevare piante, fiori, animali o accendere il fuoco. Si consiglia vivamente di non abbandonare il percorso segnalato per evitare di calpestare e quindi preservare piante rare o comunque delicate presenti in zone al di fuori del tracciato.
IL PERCORSO: sterrato 90% – strade asfaltate 10%
Il percorso che dalla foce del fiume Conca risale il fiume fino ad arrivare a Morciano di Romagna è composto da due argini: quello di sinistra e di destra. Entrambi i percorsi conducono nella direzione di Morciano con un durata di percorrenza che va dalle 3 ore circa a piedi, considerata la sola andata per un tragitto complessivo di più di 20 km. Il tracciato è quasi interamente sterrato e quindi adatto sia per i camminatori, che per i ciclisti preferibilmente in mountainbike o gravel. Il percorso è quasi totalmente pianeggiante con lievi dislivelli in alcuni punto, che lo rendono adatto a tutti senza necessariamente essere allenati. Il periodo migliore è la primavera tra marzo aprile e maggio oppure quello che inizia a partire da settembre fino a novembre in base alle precipitazioni di quell’anno. Data la semplicità del percorso pianeggiante e con terreno uniforme e compatto, l’unica incognita che potrebbe renderlo meno agevole è rappresentata dalla presenza del fango che a partire da novembre in poi potrebbe formarsi in seguito alle precipitazioni. Negli ultimi anni la bella stagione si è comunque protratta fino all’inverno, pertanto il sentiero del Conca può essere adatto ad essere percorso tutto l’anno, ma preferibilmente si consigliano i mesi sopra indicati, in cui si evita il problema del fango e le giornate sono più lunghe con climi miti e idonei alla percorrenza del tragitto, senza l’eccessivo caldo estivo che le renderebbe più stancanti e faticose.
Quello che si consiglia se si intraprende questo percorso a piedi è quella di indossare una scarpa comoda da running o da trail e munirsi di una bottiglia o meglio una borraccia termica in quanto lungo il percorso raramente si incontreranno possibili zone per dissetarsi come bar o alimentari, senza dover deviare dal percorso in cerca di uno di questi posti.
Il percorso è ben identificale con la specifica cartellonistica predisposta agli ingressi e lungo il tragitto: “Paesaggio Naturale e Seminaturale Protetto del Conca”, “Ecovia del Conca”. Sono presenti anche le indicazioni di direzione del “Percorso del Torrente” ed alcuni segnavia bianchi e rossi del Club italiano con la numerazione 37 (per la riva sinistra dalla foce al molino Cerro) e 35 (per la riva destra da Morciano di Romagna alla foce).
IL SENTIERO: 24 km Da Cattolica a Morciano considerando andata e ritorno
La partenza del percorso ha inizio dalla foce del fiume Conca tra Cattolica e Portoverde. Solitamente il percorso d’andata è consigliato a partire dalla riva sinistra del fiume con alla spalle il mare. Si passa sotto il ponte della litoranea e ci si allontana da dal mare inoltrandosi nel sentiero selciato. Si prosegue e si oltrepassa il ponte della ferrovia passandoci sotto e a breve distanza in ordine si passa sotto il ponte della Nazionale Adriatica e quello della statale adriatica. Il percorso procede diventando sempre più silenzioso man mano che ci si inoltra lungo il sentiero che costeggia il fiume, che è sia ciclabile che pedonale. Si arriva al viadotto autostradale e si gira a destra per qualche metro per poi girare a sinistra e passare sotto il ponte in cemento armato. Una volta usciti dalla parte opposta del viadotto si arriva al bacino della diga del Conca, zona dalla quale si possono avvistare diverse specie di volatili facenti parte della fauna tipica del luogo.
Si prosegue costeggiando il bacino sulla pista ben segnalata anche dopo il termine dell’area del bacino stesso, fino a quando il percorso si allontana brevemente dal corso d’acqua per arrivare all’incrocio con la strada asfaltata di via Fornace. Si svolta a sinistra e si percorre il tratto asfaltato per poco più di cinquecento metri, poi si riprende il sentiero di sinistra dopo una fila di pini. Si rientra nella ciclabile che costeggia il Conca e quando più avanti si arriva ad un incrocio si tiene la sinistra. Al successivo incrocio si svolta invece a destra per poi imboccare subito dopo il sentiero a sinistra. Il percorso prosegue ben segnalato fino a sotto il ponte della strada provinciale n.2. Si prosegue su questo sentiero, in cui si procede nelle vicinanze del letto del fiume, superando poi tre piccoli incroci con strade battute sulla destra. Proseguendo dopo aver intrapreso un tratto abbastanza rettilineo che conduce al ponte di via G. Matteotti, si sale lungo la strada che da sinistra conduce a Morciano di Romagna. Il tragitto d’andata del percorso è così completato. Per il ritorno per variare è consigliabile tornare passando dall’argine opposto.