La rocca di Santarcangelo di Romagna
Paese e borgo
medievale
Santarcangelo di Romagna è una bella cittadina conservante ancora la sua tipica struttura di paese e borgo medievale, quasi completamente circondato da mura malatestiane e fortificato. La sua imponente rocca nella parte più alta del colle, è intatta nelle linee architettoniche malatestiane ed è una struttura abbastanza semplice e ben conservata. Dal colle in cui sorge, si vedono la spiaggia e l’Adriatico e viceversa dal mare si vede il colle.
Un tempo vi si accedeva da quattro porte, oggi ne rimangono soltanto due ben conservate: quella Cervese, con un arco a tutto sesto (così denominata per l’importanza della fornitura del sale di Cervia) e quella del Campanone vecchio, con la torre dell’orologio (una delle prime dell’epoca) che è il primo e il più antico ingresso al castello. Appena varcate una delle due porte si ha subito l’idea del borgo medievale, alla vista della rocca/castello e delle cerchia di mura che racchiudono le contrade della popolazione, fuori dalle quali c’è la campagna.
Il primo ricordo del castello o rocca si associa al nome dell’imperatore , Federico Barbarossa, che nel 1164 diede, datandoli dal Castello di Santarcangelo, due diplomi di concessione ai monasteri S.Apollinare e S.Severo in Classe. Questo dimostra quanto il luogo fosse divenuto importante, se potè alloggiare se pur per pochi giorni, l’imperatore con la sua corte e il suo esercito.
Per secoli Santarcangelo è soggetto a contese interne ed esterne, prima da parte del Vescono che esercitava il proprio dominio, poi nel XIII secolo diventa possesso del comune di Rimini e viene fortificato, poi si insedia Giovanni Malatesta per qualche anno, per poi tornare sotto il controllo del comune di Rimini e ancora ai Malatesta. Nel 1326 il castello è dei Balacchi, poi dei Tavella, che erano famiglie del luogo, ripassa per l’ennesima volta ai Malastesta e nel 1358 Santarcangelo diventa vicariato indipendente.
Il periodo di dominio malatestiano rappresentano gli anni più fiorenti per Santarcangelo, che durante quegli anni apporteranno importanti interventi di ampliamento e fortificazione e costruzione di una nuova rocca. In modo particolare Carlo Malatesta che porterà avanti i lavori iniziati dal padre Galeotto, costruisce la torre più alta e forte di Romagna ( secondo la cronaca dell’epoca) considerata l’ottava meraviglia del mondo.
Con Sigismondo Pandolfo succeduto a Carlo Malatesta nel 1433, la rocca ritenuta più bella che utile, viene abbassata e con il materiale recuperato si ampliò una cerchia di mura difensive, trasformando la torre stessa in una rocca più bassa e fortificata. Egli da alla rocca un aspetto massiccio ed austero , provvedendo al contempo, al completamento e alla fortificazione delle mura dell’antico castello con grandi scarpe basamentali, irrobustendone la struttura come era tipico nei castelli malatestiani dell’epoca. La rocca si presenta tutt’ora con pianta quadrangolare irregolare, con una corte centrale avente al centro un pozzo medievale per la raccolta dell’acqua, con agli angoli tre bastioni poligonali e nella torre di destra si trovano alcune cannoniere alla francese, aggiunte in epoca post malatestiana.
Finita l’epoca malatestiana, Santarcangelo sarà soggetta a numerosi saccheggi in modo particolare nel 1498 ad opera di Cesare Borgia, seguita dal sacco urbinate nel 1503 e quello successivo da parte dei Veneziani, prima del ritorno dello Stato Pontificio nel 1505 che provvederà alla concessione di diversi capitoli, ribadendo l’indipendenza sia da Rimini che da Cesena.
E’ passato del tempo da quando i Malatesta nel 1289 cedono il castello al Legato papale, tenendo per se una casa in città. Tra il ‘600 e il ‘700 la rocca assume le caratteristiche di residenza signorile, arredata con mobili antichi e credenze tolte alla sagrestia di San Romualdo, della abbazia di Classe, acquistate a Ravenna al tempo delle soppressioni ecclesiastiche dai conti Rasponi, da cui discendono gli attuali proprietari conti Spalletti-Trivelli.
A fine ‘700 si segnala un accrescimento urbano e il palazzo di Comune ideato da G. Benedettini testimonia questa espansione della comunità.
Della vita quotidiana dei santarcangiolesi parlava ironicamente Pidio , un calzolaio famoso per i suoi detti, alcuni dei quali sono tutt’ora scritti su un muro dove un tempo sorgeva la sua casa. Tra i più simpatici ricordiamo:
<< è meglio pilucare un osso che un bastone… il pollo si mangia in due: io e lui >>
Nel corso dei secoli il perdurante uso a residenza privata ha portato a rivedere più volte gli interni e l’uso della Rocca, che oggi è sede dell’Associazione Sigismondo Malatesta costituita nel 1988, presieduta dalla principessa Marina Colonna, attuale proprietaria.