La Romagna del vino
La cultura dei vini romagnoli

La Mari e Mauri felici dopo aver bevuto un buon bicchiere di Sangiovese
La Romagna è considerato un territorio vinicolo relativamente nuovo dal punto di vista della qualità del vino, rispetto ad altre regioni d’Italia. L’uva e la vite non sono mai mancati già dagli Etruschi ma il saper produrre ottimo vino è arrivato dopo in tempi recenti.
Un ringiovanimento ed una rinascita è avvenuta negli ultimi quindici/vent’anni, in questa terra antica è avvenuta una vera e propria rivoluzione travolgente nel settore vinicolo.
Fino agli anni 70′ e inizi 80′, la Romagna era conosciuta per i propri vini da destinare al grande pubblico, insomma vini di “massa” ma con qualità basse o mediocri da servire in caraffe da osteria, senza nessuna garanzia qualitativa o di provenienza. Il Sangiovese (il nostro vino) era un vino da bere giovane, cioè di pronta beva data la sua difficile conservabilità, e quindi da bere quasi subito dopo la vendemmia.
La cosa incredibile è che le condizioni climatiche e la composizione fisico-chimica adatta per produrre ottimi vini non sono mai mancati in Romagna, ma è sempre mancata una mentalità moderna, portata anche a sfruttare la tecnologia e la sperimentazione del nuovo. La tradizione in questo caso è stata per il vino romagnolo un freno all’innovazione ma negli ultimi anni c’è stata una brusca inversione di tendenza, con l’aiuto delle istituzioni (Ente Tutela Vini di Romagna e Regione), degli addetti ai lavori (somellier preparati, enologi e agronomi), la tendenza a migliorare il vino legato al passato ha portato a guardare al fututo e orientarsi quindi verso una continua ricarca della qualità. Si sono rinnovate le vigne, attraverso l’utilizzo di portainnesti e cloni adattabili ai vari terreni, si sono infittiti i filari e ristretto lo spazio interfilare, si sono rispolverati i sistemi di allevamento e anche in cantina si sono apportate diverse innovazioni tra cui: la fermentazione a temperatura controllata, l’uso di lieviti selezionati e specifici per il Sangiovese e della barrique come supporto nell’affinamento. La barrique ( una piccola botte di legno, della capacità compresa normalmente tra 225 e 228 litri utilizzata per l’affinamento del vino) rappresenta oggi una parte importante delle cantine romagnole, da mostrare ai visitatori o clienti amanti del buon vino.
Oggi i migliori vini romagnoli sono il risultato di sacrifici e continua ricerca e ottengono riconoscimenti e consensi di pubblico e critica del settore.