Lunedì 10 agosto 2020
Lunedì 10 agosto 2020:
<< Sfrombla, che moscone: come la gondola per Venezia >>
Un moscone è per sempre. Si potrebbe parafrasare così l’amore platonico nato tra il giovane albergatore cattolichino Marco Gaudenzi (titolare dell’Hotel Lungomare) e il suo moscone, compagno di mille avventure fra le onde dell’Adriatico. Quando ho compiuto quattordici anni e i miei amici non vedevano l’ora di comprare il motorino, mio babbo mi ha proposto di comprare invece un moscone a remi – racconta Gaudenzi -.Non me lo sono fatto dire due volte e il giorno stesso siamo andato al cantiere di De Biagi, al porto, e abbiamo scelto un bellissimo moscone blu e bianco modello da bagnino. Mancava solamente scegliere il nome, ci voleva qualcosa caratteristico e in dialetto romagnolo. De Biagi mi disse che il mio moscone era uno dei più veloci dell’Adriatico e così decidemmo di chiamarlo Sfrombla, che tradotto dal
dialetto cattolichino in italiano significa fionda. Ho imparato prima ad andare con il moscone che con il motorino e negli anni la passione è aumentata. Da bambino non mi allontanavo solo di qualche centinaia di metri dalla riva, ora che negli anni ho migliorato la tecnica di voga, quando ho tempo, mi sposto lungo la costa anche per chilometri. Per me è uno dei migliori svaghi, da solo o con gli amici in mezzo al mare a respirare aria buona lontano dalla confusione estiva è una delle sensazioni migliori che ci sia – sottolinea Gaudenzi -ll moscone è una barca ecologica che non inquina, si sposta con la forza delle braccia sui remi e mi piacerebbe che potesse tornare ad essere presente sulle rive romagnole e italiane come lo era negli anni 50/60. Ci sono tante foto di quegli anni con tanti mosconi di tutti i colori e di ogni modello, in cui la gente si divertiva con la famiglia, gli amici o la fidanzata a remare in mezzo al mare. Come la gondola è un simbolo
di Venezia, il moscone dovrebbe essere un simbolo della Romagna e non solo per l’utilizzo dei bagnini di salvataggio, ma per tutti come lo era un tempo. Infine, Gaudenzi svela un aneddoto che riguarda proprio il suo moscone: Anni fa, in un nottata di burrasca si è rotto l’ormeggio e per più di dieci giorni pensavo di averlo disperso in mare. Quando credevo di averlo perso, un giorno mi chiama la capitaneria di Ancona che lo aveva trovato proprio nei pressi del porto di Ancona. Aveva navigato da solo per giorni in mezzo al mare, spinto dalla corrente, fortunatamente senza urtare nessun ostacolo naturale o artificiale. Quelli della capitaneria mi hanno detto che erano riusciti a risalire al proprietario, tramite le foto di un album fotografico di Antonio Barbieri, dedicato a Cattolica in cui come foto di copertina c’era proprio la Sfrombla, al centro della foto.