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Luoghi sotterranei e misteri sommersi

Gallerie a Rimini e Ipogei a Cattolica

Gallerie Paparoni a Cattolica

Gallerie Paparoni a Cattolica, in via Cattaneo

Le nostre coste e le loro località hanno un patrimonio, sia storico sia leggendario, in cui si annoverano racconti di grotte, gallerie, cunicoli e pertugi nati per gli scopi più vari, e sempre ammantati da un alone di mistero.

E’ risaputo che nell’immaginario popolare romagnolo, il mito relativo ai pozzi e cunicoli segreti che partono da fortilizi per sotterranee e improbabili destinazioni.  Le gallerie invece si ritiene fossero l’ultima possibilità di salvezza delle guarnigioni in difesa di rocche o torri poste in lontani presidi del territorio urbano.

Le Gallerie dei frati di Covignano

Alcuni luoghi si ammantano di leggenda, alcuni antri, alcune aperture sotterranee sono attribuite a dimora di fate, draghi o altri esseri portentosi. Altri luoghi sotterranei sono invece leggendariamente frequentati da personaggi reali o quantomeno realistici. Appartengono a questa categoria le “gallerie dei frati” di Covignano che, secondo i racconti, uniscono il convento delle Grazie alla Piazza Cavour di Rimini, le quali si dicono frequentate ancora oggi dagli spettri di quei “frati lazzaroni” che le utilizzarono in vita, per scopi poco edificanti. La maggior parte di queste cavità è antica di qualche secolo e con ogni probabilità fu adibita a deposito di vivande e cantina. Alcune furono utilizzate anche dai riminesi, come rifugi per proteggersi dalle incursioni aeree della seconda guerra mondiale. Le più importanti cavità del sottosuolo dal punto di vista storico e architettonico, risalgono all’età romana e furono utilizzate probabilmente in quell’epoca come tombe. La prima fu scoperta nel 1834 a sud del colle e un’altra a nord del colle di Covignano. Nel primo ipogeo o ambiente sotterraneo composto da strettissimi cunicoli, sono stati ritrovati vasi sepolcrari e antiche monete romane. Nel secondo ipogeo a nord detto << Grotta dei Romiti >>, il complesso presenta una struttura più articolata, con cunicoli e vani di varie dimensioni, utilizzati dai frati come magazzino. Attorno al complesso delle grotte di Covignano aleggia una delle leggende più tenebrose e suggestive del Riminese. Protagonisti delle vicende sono i Frati Bianchi, misteriosi quanto malefici appartenenti ad una setta segretissima, che avrebbero scavato queste grotte per giungere, attraverso un cunicolo, sino alla centralissima piazza Cavour ed uscire di notte dalla famosa fontane << della Pigna >> per rapire ignare fanciulle da sacrificare in chissà quale rito esoterico. In realtà la losca congrega dei Frati Bianchi era la mite comunità dei frati Olivetani, che vivendo isolati dal resto del paese fecero nascere nelle male lingue questa inesatta e paurosa credenza.

Gallerie Paparoni

Anche Cattolica presenta una situazione interessante, per la comprovata presenta di numerosi ipogei sotterranei. Al di là della leggenda di un cunicolo che si vuole collegasse la Rocca Malatestiana di Cattolica al castello di Gradara, è del resto stata sempre nota la realtà dell’esistenza di gallerie sotterranee site nel centro storico cattolichino. Si tratta di strutture artificiali, le più antiche delle quali sembrano datare alla seconda metà del ‘500. Le gallerie sono scavate nell’argilla, le pareti e il soffitto con volte a botte o a crociera sono poi rivestite in laterizi. La galleria denominata “Gallerie Paparoni” il cui nome deriva da quello dei proprietari del fabbricato in cui sono situate nel centro storico di Cattolica, ad una profondità di circa cinque metri sotto il livello stradale attuale. La galleria, architettonicamente rilevante, si caratterizza per il lungo corridoio a pettine con nicchie laterali presumibilmente destinate alle botti da vino. Il corridoio termina con un deciso gomito in una sala ottagona a pilastro centrale di alta e insolita qualità costruttiva e progettuale. I materiali archivistici redatti tra la metà del Seicento e i primi anni del Settecento, comprovano l’esistenza all’interno della casa padronale di ambienti sotterranei e locali destinati alla conservazione di derrate alimentari. Dunque gli apogei di Cattolica sarebbero nati e sarebbero stati utilizzati come grandi magazzini sotterranei per conservare cibi, cantine per il vino e per l’olio.

Le indagini archeologiche attestano questa funzione di cantine o “celle refrigeranti”, coerentemente, con un’antica tradizione di osterie, alberghi con importanti poste per il cambio dei cavalli riscontrabili fin dall’ultimo scorcio del XVI secolo. L’attività alberghiera già dalla seconda metà del ‘500 comincia a configurarsi come caratteristica peculiare di questo borgo, grazie anche al contributo che quelle grotte ipogee ha dato alla conservazione dei cibi per i viandanti che già in passato attraversavano e si fermavamo per riposarsi e rifocillarsi a Cattolica dopo lunghi viaggi.