Mostri marini
Pesci strani e balene in Adriatico
Secondo molte leggende, il mare è stato, ed è ancora, abitato da mostri spaventosi, dalle forme gigantesche e dalla tremenda forza: balzano dalle onde, fra i turbini violenti delle tempeste o appaiono all’improvviso nei momenti di mare calmo, alzando le loro enormi teste e minacciano le navi, mentre afferrano gli alberi maestri per trarre i bastimenti negli abissi.
Ad alimentare le numerose leggende che raccontano gli avvenimenti e le apparizioni di questi mostri marini, non sono solo le reminiscenze di antiche mitologie, ma anche strani racconti ideati dai marinai, che spesso durante le trombe marine udivano spaventosi ululati, sibili e ruggiti. Questi diedero origine alle credenze della presenza di mostri marini che abitano il mare.
Alcuni eventi naturali come alghe e altre erbe marine, che si mischiavano con le onde tempestose formando una specie di lunghissime corde, furono interpretati dai marinai come giganteschi serperti del mare.
Nel mare e negli abissi vivono effettivamente creature strane e a volte enormi, che non tutti i marinai conoscevano, come in fondo neppure oggi siamo certi di conoscere completamente. Scoperte piuttosto recenti hanno consentito di constatare che i calamari giganti non solo esistono davvero, ma posso raggiungere dimensioni impressionanti. Nel 1938 si scoprì che il celacanto, ritenuto estinto da almeno 65 milioni di anni, che popola tutt’ora alcuni mari.
Destavano meraviglia, sconcerto e un certo timore, i pesci in cui non ci si era mai imbattuti in precedenza e che quindi risultavano sconosciuti ai membri delle nostre marinerie. E’ il caso ad esempio della cattura di un “pesce badile” (probabilmente uno squalo martello) nella acque di Bellaria nel giugno del 1627, che secondo la descrizione aveva denti più grandi e affilati di quelli di un gatto selvatico.
In Adriatico non sono mancati catture e rinvenimenti di esemplari di cetacei arenati di grandi dimensioni. Un capodoglio venne trovato spiaggiato nel 1601 vicino a Cesenatico. Nel 1314 Serafino Pasolini, storico e cronista seicentesco ravennate, aveva notato nelle spiagge del nostro Mare Adriatico una grossa balena arenata a riva. Alcune ossa di questo grosso mammifero acquatico furono appese alla porta dell’andito della Chiesa dello Spirito Santo e altre alla porta minore della Chiesa di San Vitale.
Se pur molto raro l’avvistamento o la venuta di Balene nel Mar Adriatico, sono documentati anche altri incontri con questi bestioni del mare. Una balena tripinne che nel giugno del 1771 stava per arenarsi, fu abbattuta da un cacciatore con un’archibugiata non lontano dalla costa di Rimini. Sempre sul litorale riminese, a San Giuliano a Mare, venne ucciso con colpi d’arma da fuoco un grande capodoglio, che i militari costieri scambiarono per un sommergibile nemico, durante la Seconda Guerra Mondiale nell’aprile del 1943. A San Giuliano a Mare una scultura di Elio Morri, inaugurata il 29 giugno del 1969, ricorda il capodoglio. In tempi recenti, esattamente il 29 gennaio del 2005 un capodoglio di 9 metri si spiaggiò sulle coste romagnole a Viserbella.
Tra i giganti di mare destavano meraviglia l’avvistamento dei pesci luna, con una lunghezza di oltre 4 metri e un peso intorno ai duemila chili, che ogni tanto vengono avvistati nell’alto Adriatico. Un esemplare di questa specie venne rinvenuto morto nel 1956, a un centinaio di metri dalla riva riminese, aveva un peso di circa dieci quintali.
Nel 2002 se ne spiaggiò un esemplare di circa 800 chili, sulle spiagge di Riccione.
Nonostante ciò, le dimensioni relativamente piccole del nostro mare, la sua scarsa profondità e soprattutto la sua alta e continua frequentazione nel corso della storia, hanno limitato la nascita di un vero e ricco repertorio di leggende relative alla casistica dei mostri marini. Questo non ha impedito, comunque, la presenza, anche a livello locale, di una iconografia riguardante paurose creature leggendarie. Nella cosiddetta “stele di Novellara”, una lastra di arenaria incisa datata VII-VI secolo a.C., c’è la raffigurazione di una nave a vela quadrata e di due imbarcazioni più piccole con il loro carico di uomini (probabilmente pirati) e in alto a sinistra compare un grosso serpente di mare. Lo stesso mostro è raffigurato anche nel “mosaico delle navi di Rimini” del II secolo d.C.
Nella Basilica di Santa Maria Assunta, nella città alto-adriatica di Aquileia, si conserva un ciclo di mosaici dedicati al ciclo biblico di Giona, ritratto con le braccia alzate in preghiera, poi inghiottito da un grosso pesce.
In Adriatico troviamo resoconti relativi ad esseri incredibili e leggendari. È il caso del mitico basilisco, animale della natura sia terreste che acquatica, capace di uccidere con lo sguardo e ritenuto di portentose virtù terapeutiche. Un suo esemplare, si narra, sfuggì per poco alla cattura a Pesaro, verso la metà del cinquecento come riportato dalla cronaca di Ludovico Zacconi.
Sull’altra sponda dell’Adriatico, in Dalmazia, alla fine dell’Ottocento si documentano presunte apparizioni di uomini pesce, come nel caso del “tritone” ucciso su una spiaggia da cinque donne a furia di bastonate. La tradizione lo descriveva con la fronte ornata di piccole corna e con una barbetta.