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Storia delle colonie, dei villaggi e delle icone turistiche dell’Adriatico

Storia delle colonie, dei villaggi e delle icone turistiche dell’Adriatico 

 

ARTICOLO TRATTO DALLA PRESTIGIOSA RIVISTA DI ARCHITETTURA : DOMUS

Fino alla metà del XVIII secolo, le coste europee rappresentavano un ingresso pericoloso di un continente con un fiorente entroterra. Erano territori selvaggi, sempre sorvegliati da porti fortificati e sorvegliati per tutti gli estranei e le merci. L’ascesa del turismo balneare fu anche favorita da una radicale trasformazione dell’immagine collettiva di mari e oceani: da abissi burrascosi divennero bacini benefici, con proprietà curative e (in seguito) ricreative. Le coste, hanno subito nei secoli una graduale trasformazione, da un luogo minaccioso e pericoloso a centro abitativo servito da strade con commerci più liberi, fino ad arrivare ai giorni nostri con il lungomare interamente progettato per all’attività turistica.   Un processo secolare di costruzione di architetture e infrastrutture per il turismo, creato dalle popolazioni native per accogliere il forestiero e oggi il turista, insomma una vera e propria “colonizzazione” di territori vergini e ostili, resi accoglienti e ospitali.

La  storia delle colonie di villeggiatura sul mare, testimoniata lungo tutta la costa romagnola da edifici, che oggi hanno cambiato destinazione d’uso (non più colonie di villeggiatura, ma scuole, o edifici di enti pubblici)  che trova le sue radici in Italia negli anni 1820, è un chiaro esempio dell’approccio all’urbanizzazione costiera: le società pubbliche e private, così come le associazioni laiche e religiose, erano solite costruire complessi isolati in riva al mare ospitando comunità chiaramente definite di “stranieri”.

Nel marzo 1985, Domus 659 dedicò un lungo studio alle colonie estive italiane degli anni ’30. La copertina del numero mostrava un bel dettaglio del campeggio “Le Navi” di Cattolica, progettato da Michele Busiri Vici (1932, originariamente noto come Colonia Marina “28 ottobre”). Abbandonato e finito in disuso per anni, questo vasto complesso di edifici con architettura che ricorda grandi navi da guarra, è stato completamente recuperato a partire dagli anni 90′ per poi diventare a partire dal 2000 (anno dell’inaugurazione), quello che oggi conosciamo e apprezziamo come Acquario di Cattolica, “Le Navi”.