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Storie e leggende di mare e di costa

Romagna misteriosa

Il lato della Romagna sul mare è diventato oggi la finestra attraverso cui il mondo intero la guarda e la conosce, dopo un lungo percorso iniziato, quando, poco prima della metà del sec. XIX, qualcuno iniziò ad attrezzare la spiaggia per i “bagni di mare” e poi la costa con i nuovi insediamenti. I pochi incauti che camminavano su quella stessa spiaggia – allora del tutto deserta e selvatica – appena due decenni prima, però, potevano ancora rischiare di essere rapiti e venduti come schiavi in qualche porto orientale o fare altri brutti incontri: prima di diventare il luogo familiare che conosciamo, con i suoi alberghi, ristoranti, ombrelloni, gelati e piadine. La costa romagnola è stata infatti un confine pericoloso e misterioso. Dal mare arrivavano fuste barbaresche, le barche dei corsari e le pestilenze. Sul limite incerto segnato da dune e lagune si arenavano strane creature guardate con meraviglia, che meritavano xilografie e relazioni a stampa. Il mare rappresentava l’idea stessa del rischio e dello spaesamento, dovuto al fatto che a differenza della terra ferma, questo non aveva confini e quindi era incerto e misterioso.

<< Bisogna rispettare il mistero quando si ha la fortuna di incontrarlo >> Tonino Guerra.

Il mare unisce i popoli. Spinge a nuove scoperte, crea lavoro e nutre, ma nella sua immensità cela tanti misteri, è incontrollabile e può togliere la vita. Per questo nella mentalità della gente di mare si è radicato un ancestrale senso di paura e di soggezione che l’immaginario collettivo ha tradotto in miti e leggende nell’intento di materializzare i pericoli e di esorcizzare così le proprie angosce.

Nell’impossibilità di lottare contro ciò che non si conosce, l’uomo ha riconosciuto nei fenomeni naturali ritenuti inspiegabili manifestazioni del divino e ne ha cercato protezione in pratiche religiose e superstizione.

Le civiltà più antiche popolarono il mare di divinità, di esseri fantastici e lo fecero teatro di avvenimenti terrificanti o straordinari alimentando, nei tentativi di spiegarne origini e cause, una serie di credenze la cui eco affiora anche nella cultura popolare più recente.

Misteriose pratiche, in cui si mescolano motivi magici e superstiziosi, insieme ad un sincero ricorso alla divinità, sembrano mettere al riparo il marinaio dai fantasmi creati da ancestrali paure.

Convivono in questi riti elemento pagani e cristiani che convincono però di una profonda religiosità dei marinai, che affonda le radici nella notte dei tempi.