Tonino Guerra
Poesia e immagini
Antonio Guerra, detto Tonino nacque il 16 marzo 1920. Era il più piccolo dei quattro figli di Penelope Carabini e di Odoardo, che vendeva carbone di cui si riforniva in montagna, dove portava frutta e verdura, di quelle buone. Santarcangelo era il suo paese, ne conosceva le voci, le cantilene della messa, le lontane arie d’opera, i luoghi di ritrovo come l’osteria ad Pirul dove si vociava in romagnolo stretto e secco.
Tonino ha sempre raccontato molto dei suoi luoghi d’infanzia, con le strade di terra battuta e le siepi con piccoli uccelli, aveva un attaccamento viscerale per la Romagna, che gli farà superare delusioni e disgrazie, come per esempio la permanenza in un campo di concentramento nazista.
L’uomo che avrebbe fornito eccezionali soggetti ai più importanti registi di allora, tra cui Fellini e Visconti, fu deportato in Germania e in prigione ha cominciato a scrivere poesie in dialetto per tenere compagnia a dei contadini che erano con lui nel campo di concentramento di Troisdorf. Nel campo Tonino, come Omero fece da guida per i suoi compagni di sventura che parlavano il suo stesso dialetto. Anche se non solo per questa esperienza di consolatore, la poesia diventò per lui il “pane dell’anima”. Con la sua poesia in dialetto trasmetteva ironia, simpatia, sudore e calli.
Appassionato di Montale, Ungaretti, Saba e Raffaello Baldini, nel 1950, partecipò a Cattolica al Premio Emilia per la poesia dialettale. In giuria, tra gli altri, c’era Salvatore Quasimodo ed Eduardo De Filippo. Guerra vinse il premio.

Al centro della foto Eduardo De Filippo e subito dietro, mio nonno Giuseppe Gaudenzi. Cattolica 1950
Gli anni Settanta furono per Guerra anni di lavoro infaticabile nel mondo del cinema. Collaborò con tanti registi importanti e in ogni suo film emerge una realtà che per essere vera deve essere sempre inventata.
<< E’ bello sottolineare come, in fin dei conti, la grande quantità di registi con cui ho lavorato prendevano brandelli di me e questi brandelli nascevano sempre dalla poesia, quindi non è da dire che in modo totale io potevo stare, per esempio, accanto alle storie di Rosi ma potevo regalargli quel passo alto che hanno le persone che camminano a cinquanta centimetri da terra>>.
Tonino lasciò una forte impronta nella storia del cinema e della letteratura. La sua scrittura conteneva elementi nuovi, raccontava la vita contemporanea vissuta con l’acutezza di uno sguardo caricaturale e il radicamento dell’humus paesano della sua Romagna.
Tonino Guerra morì nel 2012, a Santarcangelo. Qualche anno prima aveva detto agli amici: << Ci sono tante cose da fare, anzi c’è ancora tutto da fare!>>.
L’aria
L’aria l’è cla roba lizira
che dalondda la tu testa
e dventa piò cèra quand che t’roid.
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L’aria è quella cosa leggera
che sta intorno alla tua testa
e diventa più chiara quando ridi.