Un grande pittore e artistica cattolichino
Vincenzo Cecchini

La Mari in visita alla mostra
Nasce a Cattolica il 3 ottobre 1934. Dopo una breve esperienza lavorativa come geometra presso l’impresa edile di famiglia, in cui il padre riesce a trasmettergli la passione per l’arte, la poesia e la pittura. Inizia quindi a dipingere seguendo le correnti artistiche dell’epoca, facendosi conoscere per la prima volta pubblicamente nel 1955, al Premio Scipione di Macerata in cui esordisce esponendo le sue opere. Tra il 1958 e il 1960 espone anche a Firenze alla Galleria Numero. Queste sono le mostre che lo lanciano e lo introducono nel mondo dell’arte. Negli anni 60’ decide di trasferirsi a Roma con tutta la famiglia e qui ha l’opportunità di frequentare ed entrare a contatto con un ambiente artistico variegato e stimolante, a cui partecipano artisti dell’arte contemporanea, scrittori con i quali si confronta e condivide curiosità intellettuali e la voglia di sperimentazione in un momento storico di forte fermento artistico e di cambiamento sociale e culturale e voglioso di rinnovarsi. Frequenta le gallerie romane, dove espone con i suoi coetanei Carmengloria Morales, Paolo Cotani, Carlo Cego, Claudio Verna. In questi anni sono numerosissime le sue partecipazioni a mostre collettive (Roma, Cattolica, Rimini, Ancona, Bologna, Milano…). Questo ambiente per il pittore cattolichino rappresenta una palestra artistica, in cui svilupperà un proprio gusto e metodo artistico, sarà la miccia che innescherà quella passione capace di liberare la vena creativa di Cecchini, che rimarrà viva lungo tutta la sua lunga carriera. La ricerca continua, la sperimentazione dei materiali, la curiosità e uno sguardo sempre orientato e aperto verso il mondo sono caratteristiche, che lo accompagneranno sempre durante le sue realizzazioni, mostre e opere della sua lunga e ricca produzione artistica. A Roma negli anni Settanta diventa amico di Giulio Carlo Argan, che lo inviterà ad insegnare al Liceo Artistico di Latina. Sempre in questi anni, si moltiplicano le sue partecipazioni a mostre di pittura analitica personali, tra le quali: Milano – Galleria La Vinciana nel 1974, Livorno – Galleria Peccolo, nel 1975. La carriera artistica di Cecchini andrà di pari passo con quella dell’insegnante, che lo vedrà nel 1978 tornare nuovamente nella sua amata Cattolica e trasferirsi all’Istituto d’Arte per il Mosaico di Ravenna in cui continuerà la sua carriera di professore. Si dedica alla didattica dell’arte rivolgendosi alle nuove generazioni, riscoprendo con rinnovato interesse temi ispirati alla natura dei luoghi e ad un creativo rapporto con la mitologia, elaborati figurativamente attraverso l’utilizzo di tecniche espressive affini al fumetto. Successivamente si avvicinerà sempre più verso Cattolica, prima trasferendosi ad insegnare all’Istituto d’Arte di Pesaro, poi all’Istituto Artistico di Riccione in cui concluderà la sua carriera nel campo dell’insegnamento.
La carriera artistica del pittore invece continuerà senza sosta, accostandosi alla pittura analitica, con una costante ricerca sul segno e sulle sue sequenze nell’opera ai limiti della monocromia. Sarà protagonista di numerose mostre collettive e personali, con esposizioni su tutto il territorio nazionale ed anche all’estero. Una lunga carriera artistica a cadenza quasi annuale iniziata ufficialmente nel 1955 con la mostra collettiva al Premio Scipione di Macerata e che continua prolificamente fino ai nostri giorno con la mostra “Sono la luce che vedo” Fondazione Giovani Leoni a Mirano (anno 2022). Esordisce invece con le mostre personali, nel 1960 a Firenze alla Galeria Numero per arrivare fino ad oggi con la mostra alla Galleria Glenda Cinquegrana di Milano (anno 2022) e attualmente presso il museo Santa Croce di Cattolica.
Dagli anni duemila si dedicherà alla pittura con continuità, riscoprendo le tematiche degli anni Sessanta e Settanta reinterpretandole con nuova sensibilità, fondendo e alternando la pittura e la fotografia. Dal suo ritorno a Cattolica il suo paese natio a cui è molto affezionato, si è dedicato costantemente alla sua attività pittorica, realizzando mostre e dedicandosi a un’altra sua grande passione: la poesia in dialetto romagnolo.
Qui riscopre un interesse mai abbandonato e riprende attivamente la sua attività di poeta (negli anni cinquanta una sua poesia viene segnalata nel Premio “Città di Cattolica”, rassegna nazionale di poesia dialettale presieduta da noti nomi della letteratura italiana).
Le onde piccole
il mare si ferma vicino alla scogliera
e da qualche buco entrano le piccole onde.
Si incrociano sopra un pezzo di sabbia
a forma di cuore
L’ARIA DELLA PITTURA
Mostra personale di Vincenzo Cecchini
Cattolica – Galleria Santa Croce – 8 ottobre 2022 / 8 gennaio 2023
L’idea della mostra nasce dal desiderio di omaggiare un artista fra i più rappresentativi dell’arte contemporanea della nostra città.
La Galleria Santa Croce torna quindi ad ospitare uno degli artisti cattolichini tra i più apprezzati e conosciuti nella scena artistica locale, ma soprattutto a livello nazionale. La presente esposizione si snoda in un percorso di quindici opere realizzate fra il 2016 e il 2022, segnate da un ritorno alla corrente astratta e aniconica. Un’opera artistica che pone al centro del suo fare pittorico, l’esplorazione delle possibilità cromatiche offerte dal colore e il rapporto con la materia e i supporti che la accolgono: colle, carta, tela, fogli…). Per Cecchini la pittura è un’aria che gli gira attorno, un fluido avvolgente, che scuote e nutre attraverso il richiamo del gesto artistico, necessario e naturale come l’atto di respirare. Quest’aria della pittura, che negli anni si è fatta più lieve e delicata, diviene polvere di colore, gessetti e grafite protagonisti delle sue opere.
L’Aria della pittura è l’ultima mostra dedicata a Vincenzo Cecchini, ma non sembra per nulla intenzionato a fermarsi.