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Venivano dal mare

Fondatori, santi e reliquie:

viaggi e prodigi tra le onde 

La statua della Madonna del porto di Cattolica

La statua della Madonna del Mare di Cattolica. La statua, che si erge per circa 8 metri, si trova collocata nella piazzetta del molo e simboleggia la protettrice della gente di mare

Il mare, regno delle acque per eccellenza, è un’enorme incubatrice di energie, sostanze e potenzialità vitali.

Pur essendo uno degli elementi più comuni della sua vita quotidiana, fin dall’inizio della storia l’uomo ha attribuito al viaggio in mare un particolare viaggio metafisico, individuando in esso qualcosa di misterioso, fino a considerarlo un legame con l’altro mondo. Nei poemi omerici questi elementi del viaggio per mare sono evidenti ad esempio quando Ulisse nel suo vagare per il Mediterraneo scenderà agli inferi.

Anche per le Sacre Scritture il viaggio per mare riveste profondi significati simbolici e metafisici: la traversata del Mar Rosso da parte del popolo di Israele durante la fuga d’Egitto, Giona nel ventre della balena, e la barca nel mare è anche il luogo in cui Cristo si apparta più frequentemente con i suoi discepoli.

In ambito europeo, la simbologia marittima è particolarmente presente in quasi tutti i grandi autori, tra i quali: Dante, Petrarca, Boccaccio, Shakespeare e tanti altri poeti contemporanei per i quali il mare assume importanti significati.

Il mare rappresenta dunque, per la mentalità, l’immaginario, la cultura e la religiosità del passato, un orizzonte un altrove non solo naturale e materiale, ma anche sacro, mitico, enigmatico e soprannaturale. Una dimensione dalle infinite, insondabili e arcane potenzialità e connotazioni, che escono dai confini della terra ferma conosciuti dall’uomo. E’ dunque dal mare che nella cultura, nei miti, nelle storie e leggende, nella religiosità delle genti costiere, si raccontava fossero giunti a riva segni e prodigi, eroi, colonizzatori e fondatori, santi e reliquie, elementi soprannaturali e sacri, che entravano a far parte del vanto delle comunità litoranee, della loro storia e del loro tessuto devozionale.

Il leggendario viaggio delle reliquie di Santa Colomba

Dal mare arrivò a Rimini, una reliquia di Santa Colomba, la cristiana martirizzata in Francia, a Sens, nella seconda metà del III secolo e oggetto di un notevole culto nel Medioevo. Colomba nobile di origine spagnola, lasciò la propria famiglia pagana per spostarsi in Gallia, dove ricevette il battesimo. Arresta in quanto cristiana a Sens, dove era andata a risiedere, fu portata al cospetto dell’imperatore Aureliano Lucio Domizio, che la fece imprigionare. Nella sua cella entrò una delle guardie per aggredirla, ma accorse in difesa della giovane un’orsa del vicino anfiteatro e la protesse dall’aggressione. Aureliano a quel punto ordinò che la giovane e l’orsa venissero bruciate, ma una nube portentosa scatenò una pioggia improvvisa che spense il rogo. Venne infine condotta alla decapitazione e il suo corpo fu raccolto e sepolto da un fedele che invocandola riacquistò la vista. Poco tempo dopo una nave di mercanti che aveva a bordo una reliquia della santa, fu costretta ad attraccare a causa del maltempo nel porto di Rimini, dove la reliquia fu accolta dal vescovo e fu posta con ogni onore nella Cattedrale, che da quel giorno venne dedicata a questa santa.

Il crocifisso di Casteldimezzo 

Un’altra sacra immagine che la leggenda vuole arrivata con le correnti dell’Adriatico, accadde a Casteldimezzo ai confini tra Romagna e Marche, nei primi anni del Cinquecento. Secondo una leggenda un crocifisso giunse dal mare racchiuso in una cassa, riuscendo a galleggiare miracolosamente dopo un naufragio e andò ad arenarsi sulle rive dell’attuale spiaggia di Vallugola. Lì fu rinvenuto da un gruppo di pescatori di Gabicce e di Casteldimezzo. Oggi sull’altare del Santuario sorto a Casteldimezzo dopo quel ritrovamento, si può ammirare un crocifisso ligneo, probabilmente scolpito da Antonio di Buonvicino e dipinto dal veneziano Iacobello del Fiore. La devozione a questa miracolosa statuetta lignea è ancora oggi grandissima e annualmente nel lunedì di Pasqua si tiene la tradizionale festa del crocifisso. A questo crocifisso venuto dal mare vengono attribuiti numerosi miracoli, tra i quali famoso è quello avvenuto il 6 maggio del 1517, quando gli abitanti del castello di Casteldimezzo, trascorsero la notte nella chiesa, rivolgendo preghiere al crocifisso affinchè li salvasse dal saccheggio di Lorenzo de Medici, che miracolosamente non giunsero mai alla chiesa poiché le truppe di Francesco Maria I Della Rovere arrivarono ascoltando le preghiere e sconfiggendo il nemico e salvando gli abitanti.

La Madonna del relitto di Cattolica

Dalla zona di Cattolica, invece proviene una leggenda religiosa che riguarda un miracoloso salvataggio in mare, accompagnato e voluto dall’apparizione della Vergine. Due pescherecci sorpresi da un’improvvisa burrasca non erano più in grado di governare le barche e non riuscivano a guadagnare l’imboccatura del porto. Gli scafi in balia delle onde e del vento venivano sbattuti dalla furia del maltempo e la gente accorsa all’imboccatura del porto assisteva angosciata allo spettacolo. Non vi era modo di prestare soccorso ai poveri marinai in pericolo. La situazione stava precipitando, una delle barche aveva già ceduto all’impeto delle onde e la vita dell’equipaggio stava per essere inghiottita dal mare quando, all’improvviso, si vide apparire sopra lo scafo ribaltato l’immagine della madonna del mare. Miracolosamente la tempesta cessò e tutti si salvarono.