I vini di Romagna
Romagna Sangiovese DOC
ed un entroterra magnifico
Il mitico Raoul Casadei cantava: “Evviva la Romagna, evviva il Sangiovese”. Questo brano immortale, è un vero e proprio inno alla terra di Romagna e al suo vino in cui è racchiusa una componente di allegria, gioia di vivere, genuinità delle persone, spontaneità e voglia di star bene, che un bicchiere di Sangiovese può farci assaporare. La Romagna conosciuta per la piada farcita, per lo Squacquerone DOP, per la sua pasta fatta a mano con sugo di carne o pesce; è anche una terra in cui bere dell’ottimo vino. Il vino romagnolo ha origine antichissima, ma per secoli non ha avuto il giusto riconoscimento. Ci sono voluti infatti diversi secoli prima che il Sangiovese conseguisse la denominazione di Origine Controllata, resa possibile dalla presenza dell’85% di uva appartenente a questo vitigno. L’ufficialità della denominazione avvenne esattamente nel 1967 a coronamento del lavoro di tanti laboriosi e tenaci produttori vinicoli romagnoli, che non hanno mai smesso di sperimentare, lavorare e crederci in questo nostro vino, rinominato nel 2011: Romagna Sangiovese DOC. Le coltivazioni di questo vitigno si estendono in cinquantacinque comuni dell’ Emilia Romagna e questi comprendono: Bologna, la provincia di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Insomma da Imola a Faenza, fino al limite dell’Appennino tosco-romagnolo e quindi anche nelle porzioni meridionali della Pianura Padana, fino ad arrivare alla costa adriatica, il Sangiovese è ampiamente diffuso. In questo territorio non uniforme, si alternano colline pianure e zone di mare in cui le vigne sono presenti. Le coltivazioni si possono trovare a mille metri di altitudine nell’Appennino imolese, a quote ancora più alte sull’Appennino ravennate e faentino, cesenate o riminese, fino a raggiungere la vetta sul monte Falco, localizzata nell’Appennino tosco-romagnolo a 1658 metri di altitudine. La spina dorsale di queste colline vinicole è rappresentata dalla zona che va da Faenza e si estende e dirama lungo la provincia di Forlì-Cesena, da Castrocaro Terme a Predappio, da Meldola a Bertinoro, che oggi rappresentano rinomati e importanti centri di produzione del Sangiovese.
Il turismo romagnolo in questi ultimi anni sta riscoprendo il suo entroterra ricco di storia e di prodotti locali. A breve distanza dal mare, ci sono infatti numerosi castelli e attrattive culturali, che meritano di essere visitate e scoperte. Sulle colline dell’entroterra, in cui si ergono castelli in posizioni strategiche e che spesso regalano viste mozzafiato su tutta la costa, si entra nel territorio appartenuto ai Malatesta, che oggi viene riscosperto anche attraverso il vino. Queste colline rappresentano un importante distretto vinicolo in cui abbinare enogastronomia, storia e cultura. Con i sui 51000 ettari di vite, l’Emilia Romagna si distingue per essere una regione con spiccata vocazione per la coltivazione e produzione di vino, in un connubio di filari, rocche e borghi storici che affascinano chiunque abbia la fortuna di visitare questi luoghi. Questo binomio tra vino e storia è percepibile in diversi borghi dell’entroterra tra i quali vi consigliamo: la visita alle grotte tufacee di Santarcangelo, che nei secoli hanno assunto varie funzioni (culto cristiano, rifugio dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale), tra le quali si ricorda la conservazione dei vini in epoca malatestiana. Se si pensa al sottosuolo un altro sito storico imperdibile, sono le Gallerie Paparoni a Cattolica. Le indagini archeologiche attestano la loro funzione di cantine, “celle refrigeranti” o grandi magazzini sotterranei per conservare cibi e vino, nella seconda metà del 500’.
Il Romagna Sangiovese DOC, ha quindi un legame indissolubile con la sua terra, che manifesta attraverso un gusto: piacevole, armonico, a tratti ruvido, capace di comunicare grande calore al palato. Dal tannino lieve e poco invasivo, è un rosso fermo dal colore rubino intenso, talvolta con sfumature più cariche. Al naso offre una gamma diversa di esperienze olfattive, a seconda della tipologia DOC (Superiore Riserva e Superiore). Generalmente sprigiona note floreali e delicate, di viola soprattutto, ma anche aroma vinoso. Il retrogusto è leggermente amarognolo.